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Storia di due vecchi felici 201


quelli che contendono al corallo le tinte più porporine. Nessun regalo più gradito posso fargli di una dozzina di quei peperoni di Ceilan o di Spagna, che coltivo con tanto amore nella mia Serenella, per diletto dei miei occhi e per farne dono agli amici miei, amanti degli aromi piccanti.

Egli chiama nel suo dialetto pevron quei bei corni di porpora e li accarezza con le mani callose e li nasconde nella sua vecchia giacca, col gesto comico dell’avaro, che nasconde il proprio tesoro.

Fino a questi ultimi anni ha fatto il pescatore e il barcaiuolo, ma ora ha raggiunto il colmo della felicità, vivendo di rendita.

Una rendita che a un signore non basterebbe per una settimana, ma a lui basta per tutto l’anno. Una rendita, che gli è doppiamente cara, perchè è il frutto di una vita intera dedicata al lavoro e alle opere buone e frutto della riconoscenza che ha seminato vivendo.

Che bella e gioconda cosa è la spiga, seminata da noi, coltivata col nostro sudore e che ci rammenta il bene che ab-