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La paura della morte 193


Più d’una volta fui interrogato da qualche vecchio più vecchio di me:

E lei non pensa mai alla morte?

Mai! Io ci ho pensato un paio di volte, cioè quando feci il mio testamento e quando l’ho rifatto, per migliorarlo.

A che giova pensarci?

Penso alle cose, che posso fare e non fare; penso a ciò che dipende dalla mia volontà e che posso far meglio o far peggio; secondo lo studio e l’attenzione che vi avrò apportata. Penso alla felicità dei miei cari, fin dove il mio pensiero e il mio cuore possono avervi influenza; penso alle bellezze della natura e dell’arte, penso a tutto il pensabile, che può capire nella mia testa... ma alla morte non penso mai, perchè verrà da sè, ch’io il voglia o nol voglia; non penso mai, perchè è il più inutile dei pensieri e non servirebbe che a tormentarmi e a farmi soffrire.

Credetelo a me, che come medico del corpo e dell’anima, ho dovuto nella mia lunga vita medicar coscienze molte e molte piaghe. — I paurosi della morte,