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La paura della morte 185

Conobbi un vecchio arzillo, che non aveva a desiderare nè una salute migliore nè una borsa più fornita. Sarebbe stato felice, se non avesse avuto sempre fisso come un chiodo il timore della morte.

Io cercava un giorno di toglierli quel chiodo:

Ma, caro signore, tutti dobbiamo morire e anche i più giovani possono morire, quando meno se l’aspettano.

Sì, sì, questo è vero; ma i giovani possono morire e i vecchi devono morire.

E sospirava profondamente.

Anche i vecchi infelici, che dalla vita non possono aspettarsi nè un fiore nè un frutto, temono la morte; non perchè con essa cessi la vita, ma perchè sembra loro che l’agonia debba essere uno strazio senza nome, la massima delle torture.

Come medico dell’anima e del corpo io ho studiato questa paura e ho cercato i rimedi per combatterla. In me son riuscito a guardarla faccia a faccia senza timore: vorrei riuscirvi anche per i miei coetanei.