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160 | Le memorie nel vecchio |
i più credono di trovare la grande infelicità del vecchio, per cui tutto il patrimonio di gioie è nel passato, che più non ritorna, mentre è così ristretto l’orizzonte dell’indomani.
Errore codesto, ispirato da quel pessimismo brontolone, che è forse il vero peccato originale dell’umana famiglia.
È forse l’avvenire più nostro del passato? No e poi no. Di nostro, non v’ha che il presente. Passato e avvenire sono fantasmi, e se fra questi due v’ha differenza, è tutta a vantaggio del passato, che fu nostro; mentre l’avvenire ci può scomparire fra mano, domani, forse oggi stesso, forse fra un’ora. Si può morire ad ogni età, mentre d’altra parte anche a cent’anni si può sperare di campare fino ai centodieci, perchè altri uomini vissero fino ai centoquaranta, e lo ha detto San Girolamo, già molti secoli or sono:
“Nemo enim tam fractis viribus et decrepitæ senectutis est, ut non se putet unum adhuc annum esse victurum.„