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152 | Le piccole gioie della vecchiezza |
Come allora diventa giovane quel vecchio narratore! Come gli sfavillano gli occhietti stanchi, come gli corrono sulle labbra i baci non obbliati, come gli scintilla e gli accende la parola; e come gli si rizza il capo curvato, quasi ad ogni episodio, volgendo lo sguardo agli ascoltatori, volesse dir loro:
Eh! Non c’è male, per Dio! Avete voi altri avuto la stessa fortuna?
Rossini e Mamiani, quasi coetanei e compaesani, quando si trovavano assieme al caffè o nel fido asilo della loro casa, si narravano a vicenda le loro passate fortune amorose, quasi sfidandosi a chi dei due più meritasse la fama di Don Giovanni.
Rossini nato bello e spiritoso e con l’aureola divina del primo genio musicale del suo tempo, pareva dovesse stravincere il filosofo nato brutto e con un genio alato, ma che pochissimi potevano intendere ed apprezzare.
E invece Rossini doveva confessare di dover cedere il primo posto al filosofo nelle fortune d’amore.