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La poltrona 147

Sarà nel piccolo teatro della commedia o della tragedia o nel gran teatro del mondo sociale; ma voi siete arrivato prima e avete trovato una sedia e vi restate. La vostra età vi dispensa di offrirla anche alle signore e vi restate.

Non è forse vero, che tante e tante volte siete rimasto in piedi, stretto e soffocato dalla folla, che vi pestava i piedi e vi appestava con il suo fiato?

Non è forse vero, che per molti anni avete ceduto il vostro posto alle signore perchè donne; ai poveri perchè infelici; ai bambini perchè piccini; a molti e molti perchè prepotenti?

Ma oggi siete vecchio e avete diritto a sedere prima d’ogni altro e vi sedete senza rimorsi; magari forse in una soffice e profonda poltrona, che vi abbraccia tutto quanto, che vi fa sentire dal capo ai piedi che ogni particella del vostro corpo s’adagia e riposa.

Se poteste, alzandovi e cedendo il vostro posto, far sedere tutti quelli che stanno in piedi, lo fareste ben volentieri; ma ahimè sono troppi e son più giovani