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142 | Le piccole gioie della vecchiezza |
mare nella solitudine della sua cameretta o della sua passeggiata.
Due quadri della vita umana ho veduto spesso, in apparenza molto diversi, in sostanza molto simili: una mamma che lava il proprio bambino, un vecchio che ripulisce la propria pipa.
E le mamme non gridino al sacrilegio, perchè nel mondo dei viventi non v’ha fibra o cellula, che non si colleghi per nervi invisibili alle fibre e alle cellule le più lontane.
La mamma amorosa contempla il suo angioletto e lo ammira e ne segue coll’occhio e con la mano purificatrice i rosei contorni, palleggiandone le soavi rotondità, giuocherellando con le membra minute, che guizzano e saltellano nell’onda amica. È una tempesta di carezze e di baci che copre il ciangottar dell’acqua; è una profonda sensualità delle mani, che accarezzano, che palpano e direi quasi che parlano con le carni tenerelle e fresche. Carni belle e palpitanti di vita e che son carni della mamma, perchè le ha fatte lei e le ricordano tutto un mondo di voluttà ar-