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112 L'avarizia nel vecchio


cari; dacchè egli vuole essere ricordato con riconoscenza, anche quando egli non sarà più di questo mondo. Più d’una volta il suo gruzzolo di economie sarà disperso da eredi scialacquatori, ma ciò non gli importa. Scomparso dai vivi non sentirà nè l’ingratitudine, nè l’obblio.

Ho conosciuto un vecchio, che con il lavoro fortunato era riuscito a farsi milionario e che negli ultimi anni della sua vita era divenuto cieco. Orbene, sua massima gioia era quella di rinchiudersi nel suo studio e di numerare i biglietti di banca, che aveva addensato nello scrigno. Li conosceva tutti al tasto e li ordinava secondo il loro valore e li palpava amorosamente; alternando quelle carezze con altre date ai marenghi e alle svariate monete d’oro d’ogni conio e d’ogni paese e che faceva risuonare al suo orecchio gaiamente, lungamente.

Era un uomo d’ingegno, e quel suo spasso, che bastava a farlo felice, non era un gioco puerile; ma una tacita e intensa adorazione di uno fra i massimi fattori della civiltà, del progresso; una