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94 I due pèchès mignons della vecchiaia


la sua squisita ghiottornia non gli impedì di essere uno degli uomini più rimarchevoli del suo tempo (1755-1826). Fu deputato agli Stati Generali; poi all’Assemblea Costituente, Consigliere di Cassazione e quel che più importa magistrato liberale e coraggioso; nemico d’ogni violenza, venisse poi dall’alto o dal basso. Queste virtù rare in ogni tempo gli valsero l’esiglio. A Nuova York visse dando lezioni di francese e suonando nei teatri. Ritornato in patria fu nominato segretario dello Stato Maggiore dell’armata francese in Germania, poi commissario del governo presso il tribunale di Seine et Oise e dopo il 18 brumaio passò alla Corte di Cassazione, dove visse gli ultimi venticinque anni della sua vita.

Quanto alla sua virtù di scrittore basti citare ciò che lui scrisse il più grande forse dei prosatori francesi, il Balzac:

“Depuis le seizième siècle, si l’on excepte La Bruyère et La Rochefoucauld, aucun prosateur n’a su donner à la phrase française un relief aussi vigoureux. Mais ce qui distingue principale-