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La gola 85

Nell’amore, felici, ma schiavi di una potenza troppo potente; nella gola, felici e padroni della nostra felicità. Nell’amore, il troppo, che ci rovescia a terra, che ci capovolge, che fa naufragare il nostro Io nell’onda tumultuosa e tiranna. Nella gola, il molto, ma un molto tutto nostro e che possiamo far riposare a nostro capriccio.

Come è deliziosa quella nota eterea di un sorso di dorato Sauterne, che ci lava bocca e lingua dal saporoso gusto di una rosea trota. Come è austero quell’amaro di un Bourgogne premier cru, che si marita col succo nettareo di un petto di beccaccia! E quei tartufi che alternano il loro profumo, che sembra l’etere della terra, con le carni soavi di un grasso tacchino; e quel pasticcio di Strasburgo, che si discioglie nella nostra bocca, come la carezza innamorata di una donna libertina; e tutta quell’infinità di sapori odorosi e di saporosi odori, che fanno del nostro palato una serra calda piena di fiori inebbrianti; e quelle estasi profonde, senza delirii e senza stanchezze, non sono forse tutto un poema?