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La gola 83

E sinfonie e romanze ed inni cantano ad una tavola ben apparecchiata. Cantano le lodi alla natura proteiforme e creatrice, che colla lenta pazienza dei forti prepara all’uomo i succhi profumati, le carni tenerelle e le polpe voluttuose, che attraverso al tempio del palato danno a noi nuovo sangue, nuovo calore e nuova vita.

La tavola è un’ara, su cui la natura offre all’uomo il più giocondo, il più prezioso tributo, e in cui si compie la più sublime trasformazione delle forze.

Il mentre è più delizioso del prima. Questo è la speranza: quello è la fede.

Il giovane che col respiro soffocato, col cuore palpitante, con le mani fredde aspetta la donna che ama, se può parlare dice a se stesso: Venga quest’ora e poi ch’io muoia! Uno di questi minuti e poi la morte!

Il vecchio che si siede a tavola, non ha il respiro affannoso, nè il cuore turbato, nè le mani fredde; ma distende il tova-