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Non si apponea la fanciulla; giacchè il dì seguente, poco innanzi mezzogiorno, le due navi greche vennero a dar fondo presso al castello. Il Comandante appena fu posto in terra, in nome dell’imperatore Monomaco ordinò al presidio che fossero aperte le porte del castello; e nel tempo medesimo fece recar notizia all’infelice Zoraide, come Maniace, dopo i grandi onori ricevuti, preso per la barba da Zoe, e come scherzando, trascinato in una stanza sino allora a tutti chiusa, fosse stato presentato all’imperatore Monomaco, di cui a bello studio n’era stata simulata la morte; e che il domani, nel centro dell’Ippodromo, ch’è la gran piazza di Costantinopoli, in mezzo ad una stupida folla, pronta sempre a gridar Crucifige dopo l’Osanna, fosse vista confitta ad un’asta la testa di quell’eroe disgraziato.

Come rimanesse Zoraide a quella notizia vel direi, se avessi parole convenienti al soggetto. Ritornata in sè dopo l’abbattimento sofferto, e ricordandosi della promessa fatta al padre, si affaccia ad una finestra; cavasi dal dito un prezioso anello; lo butta in mare, pronunziando misteriose parole; ordina che dopo un’ora potessero liberamente aprire le porte; e ritiratasi nelle sue stanze, non fu più veduta.

Non era ancora trascorsa l’ora posta da Zo-