Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 31 — |
tutto archi e festoni; e una folla immensa accogliendolo fra gli evviva prolungati, lo condusse al palazzo imperiale; ove da Zoe e dalla Corte venne ricevuto con grandi onori.
Noi lo lasceremo a godere delle feste preparategli e torneremo al castello di Cala Farina.
Il dire che Zoraide dopo la partenza del padre rimase desolatissima, tornerà del tutto inutile, potendosi da voi facilmente immaginare; ma quell’abbattimento, invece di calmarsi, veniva in lei ogni dì più crescendo, in proporzione delle perdite che i Greci soffrivano per la prevalenza dei Saraceni. Quindi l’infelice, credendosi ormai malsicura in quel castello, tutto il giorno affacciata sul solito torrione, se ne stava ad aspettare le navi che il padre aveva promesso di mandare nel caso che la fortuna lo avesse secondato. E guarda oggi, guarda domani, una sera finalmente scorge come ali di colomba due vele sull’estremo orizzonte, illuminate dagli ultimi raggi del sole, che venir pareano alla volta di Sicilia. Sentì rianimarsi la sventurata; e immobile come i merli che la circondavano, aspettò trepidante sino al tramonto. Ma a breve andare la luce si spense; ed ella ritirassi, ordinando che non si aprissero le porte senza suo ordine ai Greci che si aspettavano.