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Ed ecco Maniace liberato dalla prigione, e mandato in Italia a frenare le rivoluzioni dei popoli soggetti all’impero, agitati da’ Normanni che ogni dì più crescevano di numero e di potenza.

Manìaca venne: segnalossi col solito valore; ma, accusato falsamente da un certo Romano Selcro fratello della celebre Habra concubina dell’imperatore, di lui acerrimo nemico, venne di nuovo richiamato a Costantinopoli.

Questa volta però non si lasciò canzonare; e negatosi di cedere il comando a Pardo Protospatario, eletto in sua vece capitano generale dell’armata, cui fè uccidere dopo averlo vinto in una battaglia, va in Albania e nel paese dei Bulgari, ove è salutato imperatore.

Era trascorso qualche tempo quando un bel giorno arriva a Maniace notizia che l’imperatore Monomaco era già morto: indi lettera della stessa Zoe, la quale, rimasta vedova per la terza volta, invitava Maniace ad accettare la di lei mano di sposa; pregandolo a voler subito tornare, per repremire le turbolenze che suscitavano i pretendenti alla porpora.

Maniace ne fu assai lieto; e cieco per l’ambizione, tenne l’invito, e si determinò a ritornare. Ma, siccome gli erano giunte vive istanze