Pagina:Maltese - Cala Farina.djvu/31


— 26 —

un antico castello moresco, presso al capo Pachino, in una contrada chiamata sino al dì d’oggi Cala Farina; ove trasportati gl’immensi tesori, che nelle guerre contro i Saraceni erano stati da suo padre acquistati, colà se ne stava, protetta dai Greci lasciati a difendere le città vicine, che obbedivano all’impero.

Intanto il Signore, a cui era stato tolto quel castello, caduto nella battaglia di Rametta, avea lasciato dietro un figliuolo per nome Sidnar, giovane sui vent’anni, al quale era stato affidato il comando d’una nave, destinata a guardare la costa del mezzogiorno. Sapea costui che quel delizioso castello gli apparteneva, e che vi abitava la figlia di Maniace, fanciulla di maravigliosa bellezza. Tratto dal desiderio di rivederlo e dalla curiosità di conoscer quella fanciulla, un giorno uscito dal porto di Girgenti, arrivò al capo ch’era la mezzanotte. Fa ancorare il legno nella rada più sicura, e poi la seguente mattina di levata, travestito da marinaio siciliano, in una barchetta da pescatori si fè condurre a Cala Farina.

Il Castello era formidabilmente armato, i ponti levatoi alzati, le porte chiuse, l’entrarvi proibito senza permesso di Zoraide. Morì in