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volta, le siano state accompagnate da una mancia almeno! E giacchè siamo a discorrer di beffe, ve ne voglio dire una. Or va pei cinque anni, se non sbaglio, un certo messere, che non mi fu dato conoscere, mi si raccomandava come un’anima persa, ch’è gli svelassi questo importantissimo segreto; e mi prometteva una buona somma avanti, oltre la quarta del tesoro, dopo ch’ei si fosse disincantato. Pezzo di figuro! gli svelai tutto: dopo mi piantò senza dirmi neanche grazie.

— La ti sta bene! — entrò a dir la vecchia, che, avendo lasciato di tener dietro alla salsiccia, s’era un po’ rabbonita alla speranza d’udire il racconto — tu sei del credo vecchio, e non ti correggi mai.

— Sfido io — rispose il lavorante — a caso vergine si lascia ingannare ognuno. Ma come l’andò?

— Come l’andò? Fortuna volle che, giunto a Cala Farina, o perchè si fosse spaventato a penetrare in quella caverna, che come dicono è orribile; o avesse fatto diversamente di come gli dissi, se ne tornò; e buona notte sonatori. Ecco come Dio paga l’ingratitudine. Venne da me dopo giorni; ma io gli dissi il fatto mio fuor dei denti e lo mandai a farsi strainecherre.