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Forza ai remi! Anche quel vecchio battelliere di poppa si ricorda del suo buon tempo, e si mette a remar con l’arco della schiena e mette fuori anche lui la sua voce sconnessa:
Passeggiando per Milan L’era un giorno ch’el pioveva |
Canta, canta, vecchio battelliere di poppa. Spendi nel canto l’ultimo vigore della tua voce, l’ultimo fuoco del tuo cuore. Non fosti chiuso tu pure, quand’eri giovane e bello, da due braccia amorose?
Il Rico si lascia trasportare dall’entusiasmo, e dimentico dei doveri del proprio stato, mette a profitto i suoi polmoni di acciaio per remare e cantare ad un punto:
Oh che pena, oh che dolore, Che brutta bestia, che l’è l’amore. |
Non si muove un atomo d’aria. Sui fianchi ombrosi delle montagne ogni fil d’erba, ogni fogliolina recente ascolta immobile la dolce musica lontana che parla d’amore; sui pioppi dei prati ascoltano gli usignoli; al chiarore delle fiaccole e delle lanterne salgono a fior d’acqua grossi pesci attoniti; e il lago, zitto come olio, palpita lievemente tra la scia delle barche rigata dal raggio azzurrino di Vespero.
Quella sera l’aria dei monti non nuoceva a Marina. Ell’avrebbe forse preferito seguire un fresco sul Canalgrande o una serenata a Bellagio, dove la fragranza, per così dire, delle più squisite voluttà mondane è nell’aria ed entra sino al cuore: ma tuttavia sapeva apprezzare l’agreste poesia di quella sera di aprile sul lago e la ingenua semplicità, non sempre volgare, dei canti usciti dalla fantasia del popolo. E, pensando che probabilmente avrebbe presto lasciato lago e montagne, pensiero pieno d’inique speranze, li giudicava senza inimi-