Pagina:Malombra.djvu/486


— 482 —

colpi è a terra; per quelli là ci vogliono dieci minuti. Saetta si avvicinava al piccolo golfo scuro di Val Malombra. Il battello era in faccia al Palazzo. Ad un tratto due uomini lasciarono i remi e saltarono di prora gridando, non s’intendeva che.

— Una barca! — esclamò il dottore.

— Ferma! — urlò con quanto fiato aveva. — Ferma la lancia!

Poi si volse ai due contadini.

— È il pretore. In fondo al giardino voialtri! E gridate!

Urlò ancora, spiccando le sillabe:

— Assassinio! Ferma la lancia!

Infatti un’altra barca veniva da levante verso il Palazzo, passava allora a un tiro di fucile da Saetta. Malgrado il vociar disperato dal battello e dal Palazzo, quella barca seguiva sempre, tranquillamente, la sua via.

— Non sentono — disse il dottore. — Gridate tutti, per Dio!

Egli stesso fece uno sforzo supremo.

Il Vezza, i domestici, le donne gridarono con voce strozzata, impotente:

— Ferma la lancia!

La barca veniva sempre avanti.

Saetta scomparve.