Pagina:Malombra.djvu/247

 
— 243 —
 


Nepo volle rispondere con un abbraccio, ma ella fu pronta ad appuntargli l’ombrellino al petto.

— Scendete subito — disse. — Il barcaiuolo potrebbe andarsene. Io non vengo con voi; giro l’Orrido di fuori. No, non ci vengo. Voi, venir con me? Non vi voglio. Andate. Non siete contento adesso? Dite alla signorina Steinegge e al ragazzo che mi aspettino al ponte. Voialtri precedeteci. Non ci aspettate laggiù alla barca. Non aspettateci neppure a pranzo. Quando sarete a casa parlate pure a vostra madre e a mio zio. Subito, prima che io ritorni. Andate.

Egli non ne voleva sapere di andarsene. Implorò un bacio, non l’ebbe; anche la piccola mano di velluto, anche un lembo della veste furono negati alle sue labbra.

Afferrò l’ombrellino e baciò quello, impregnato esso pure dell’odore di lei. Le acque e le frondi ne risero; ed egli se ne andò contento e malcontento insieme, agitato dalla torbida poesia de’ sensi che non è del tutto abbietta e mette almeno qualche volta in ogni anima il suo fervor vitale, il suo cupo fiore di un giorno.

Quando Marina arrivò al ponte, Edith era là ad attenderla con il Rico. Rifecero in silenzio la via percorsa il mattino sino ad una vecchia pietra ove era scritto, con la relativa freccia: — Ai monti. Lì presero per una stradicciuola che accennava ad un colle assai depresso tra la scogliera che è sopra C... e altri dorsi erbosi.

Erano presso al colle quando Marina, che precedeva Edith, si fermò e le disse bruscamente:

— Sa? Sono stata leale.

Edith non comprese e non rispose. Ella non pose mente alla emozione febbrile che vibrava nella voce e luceva negli occhi di Marina. L’anima sua era tutta nello spettacolo della valle che si trasformava salendo, negli orizzonti che si allargavano tra le ondulazioni delle cime verdi ed altre cime azzurrognole, nella tremula nota continua delle campanelle vaganti per i pascoli, nelle