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88 | ricordi delle alpi. |
Son comuni in Lombardia questi siti destinati a conservare le ossa de’ trapassati; ma in Valtellina si possono dire pochissime le terre, che non abbiano il loro ossario, e udii citare come specialità quello di San Salvatore in questa medesima valle del Livrio, nel quale è notevole la grandezza dei teschi e delle ossa conservate.
Nell’ossario di Sondrio vedonsi gli avanzi delle vittime della peste onde fu tanto desolata la Valtellina nella prima metà del secolo decimosettimo; e anche gli affreschi ricordano pietosi episodi di San Carlo all’epoca della pestilenza di Milano.
L’ossario di Cajolo, de’ più meschini della valle, è intieramente aperto dinanzi, e solo protetto da rozzo cancello di ferro.
A’ due lati, su due semplici palchetti posano ordinatamente teschi moltiformi, più o meno rosi dal tempo: ce n’ha con dentiere tuttavia intatte, sceme o per intiero guaste; tale di una, tal altro manca d’amendue le mandibole; e chi ha l’osso frontale spaccato, chi tutto lucido e ben conservato.
Quante idee a mirarli e a fissarcisi col pensiero sopra! Che cosa siamo noi mai! Ve’, questo sembra pigliarsi beffe di te con riso di dannato; diresti che quest’altro, rabbioso di fame, ti si voglia avventare sopra;