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74 | ricordi delle alpi. |
a descrivere. — E quindi racconsolate, soddisfatte, ripigliarono il lavoro. — Era la prima volta in mia vita, ch’io sentiva il pungolo della nera invidia contro un villanello che, oggetto del più puro affetto, non avea però saputo apprezzare i pregî di tanto tesoro. E, dato in un sospiro, che volea quasi significare: «Oh, fossi anch’io contadino!» mi allontanai di lassù fra il dispetto e il desio....
XV.
Non è forse così?
Io aveva compiuta la mia brevissima gita al ponte d’Arquino e, tranne il sorriso eternamente giovane e grazioso della natura, avevo udito la preghiera gemebonda della Mariuccia, i casi tristissimi di Brogio e il pianto della tradita Rosina. In poche ore e da simil classe di gente così prodighi ammaestramenti! Nel riandarci sopra il cuor diceva: «Chi è che non avrà dunque le sue? Ma il busillis sta nel saperle sopportare, ricordando che la vita è un misto di bene e di male, che deve soprattutto temprarsi con la virtù della fortezza.
Suonavano le undici quando rientravo in Sondrio.