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due fanciulle. 71

Cecchina infiochì tra commossa e dispettosa. La Rosina non rispose; e io essendomi posto in modo da potere scernere le due villanelle, pur restando loro celato, scorsi che, seduta, questa tenevasi la testa nelle mani nascondendo le lagrime.

— Ecco, ripigliava la Cecchina, siamo sempre alla solita storia; oh, d’or innanzi mi saprò regolare, io!... Non ci verrò più al lavoro con te, no, non ci verrò più.

— Hai torto, Rosina; tu sai che il pianto mi alleggerisce il cuore, e che, passata l’agitazione, non ci penso più in giornata. Stamane non hai proprio un grano di compassione: non fosti mai tanto difficile e stizzinosa!

— Gli è perchè non posso soffrire di vederti crucciare per un ingrato: oh, lascia che quel buona lana si scavigli a sua posta; la troverà lui la sua ricca!

— Non ci ha colpa lui, mi disse la vecchia Mea: è suo padre che vuol unirlo con Giuditta, la primogenita del mugnajo Anselmo.

— Quel viso da pinzocchera, alta come una pertica e sottile come una canna! Oh, mi sta fresco a tôr quella roba da armadio! scommetto che ne mangerà il pan pentito. Ogni nodo viene al pettine, dice il mi’ babbo; e tu che lo vai scusando, in quella tristaccia d'una canzone, gliene dici di crude, e fai ve-