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70 | ricordi delle alpi. |
«Morirò, morirò — che n’averai? —
Per me sia messa in ordine la croce.
E le campane suonar sentirai,
Cantare il miserere a bassa voce:
’N mezzo di chiesa portar mi vedrai
Cogli occhi chiusi e con le mani in croce:
E arriverai a dire: or me ne pento. —
Non occorr’altro, quando il fuoco è spento.»
Sedetti sopra una pietra, quasi frenando il respiro per cogliere questi fior montanini; ma la voce s’arrestò e udii questo dialogo.
— Su, non rispondi, Cecchina? è già la terza volta che mi ti fai seria, e manchi di parola: ciò non va bene, sai, non va bene.
— Ma sei tu, Rosina, che non tieni la parola: promisi di farti coro nella canzone del marinaro:
«Partirò sul bastimento,
Vedrò terre e mari nuovi...
e invece sei sempre lì col tuo Lamento della morte. E questo non mi piace, te lo ridico!
— Il maestro del Comune lo loda tanto! un giorno diceva, ch’è la più commovente elegìa (elegìa credo la chiami), che si conosca. Vedi....
— Ma allora non t’era ancor toccato la disgrazia di Carlino. — E qui la voce della