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56 ricordi delle alpi.

fastidite di questi parlari, e tacquero; ma io senza tema mi figuravo rispondere:

— Vi comprendo, vaghissime figlie del mare; allora la fede cristiana vincolava assai più gl’interessi dei popoli e gl’intenti dei governi: nelle Crociate l’Europa intiera si versò nell’Asia, e ne trasse i germi della civiltà moderna; e quando le invasioni turche l’assalsero, si trovò tanto forte per respingerle e domarle. Oggi le ragioni di non so quale politica tengono schiavo questo o quel popolo senza ricordare, come in Polonia, che ogni gente ha diritti a civiltà, e che l’uomo è dappertutto fratello; ma se, in fine, alla guerra tenga dietro la giustizia, e venga una volta il regno dell’amore, il mondo coglierà i frutti della fratellanza e della felicità sognata da lunghissimi anni.

A questo punto de’ miei pensieri mi sembro, che il mare si turbasse in modo sin allora non visto, e che i marosi, sollevatisi quasi alte montagne, celermente calmandosi, si stendessero spagliandosi in ischiuma verdastra e sanguigna, e che fosche fiammelle, a guisa di serpi attorcigliati, strisciassero velocissime fra il rompersi dell’onde rabbiose; e mi giungeva sino alle nari un orribile e schifoso puzzo di cadaveri. E allor vidi teschi spolpati con rari capelli collati oscenamente alle