Una parte di lui come percossa
Da subito spavento e da secreto
Terror, vagava per buie contrade.
Per acute boscaglie, invan sudando
E trafelando a scuotersi dal capo
Le funeste influenze: ognor con essi
Sta il frutto esizïal dell’anatéma
Impresso dentro l’alme e in loro schiatte
Da Caino trasfuso: orrido vitto
A costor procacciavano le membra
Sanguigne e palpitanti delle uccise
Belve, per entro le cui vuote lustre
Sgomentati dal folgore e dal sonno
Vinti ei giacevan. Di midolle estratte
Dall’ossa dei lïoni e gocciolanti
E livide di sanie eran cibati
I pargoletti, ch’entro un aspro, irsuto
Zaino sospesi alle materne spalle
Gìan erranti col padre, e primo studio
Di lor tenere mani avean le acute
Frecce e dell’orse spaventose i teschi.
Ferme, smisurate a lor crescevano
Le ferree membra, e parver pieni i boschi
Di giganti: nè queta, immobil sede
Ritenner mai: dall’ansia della tema
Esagitati, ramingavan sempre
Com’onde d’océano, o come nubi
Pei deserti del cielo. — In altre terre
Con altri auguri intanto un adamita,
Che Set nomòssi, e lieta al suo parente
Fe’ la tarda vecchiezza, erasi misto
In maritale amor con giovin bella,