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il ponte d'arquino. | 43 |
Pura immortal virtude,
Se l’umil prego a tanta cima arriva,
Per Dio, saetta de’ tuoi raggi e sgombra
Parte del fosco velo,
Onde l’errante secolo t’adombra;
E mostra tue bellezze, conosciute
Ben altramente a la stagione antica;
Sì ch’ogni tua nimica
Alma discerna al folgorar tuo santo,
Chè senza te noi siam viltade e pianto.1
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VI.
Il ponte d’Arquino.
In questa, io m’era appoggiato al parapetto del ponte, spingendo curioso lo sguardo nelle profonde sonanti acque del Màllero. Mi parve uno spettacolo degno di contemplarsi per qualche tempo; e, sorrettomi il capo con ambedue le mani, mi v’adagiai meditando.
Sotto il ponte, la cui altezza è spaventosa, stendesi tra vivo scoglio capace lago, dove rapide e veloci le acque si svolgono per versarsi nell’inferiore lor letto di roccia.
Al disopra del quale, pure incavato nel sasso vivo, havvi altro assai ristretto lago,
- ↑ Giovanni Marchetti, Rime e prose.