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28 | ricordi delle alpi. |
meno mi capisco di ciò che tutti domandano la politica; ma questa merce che non era di casa, non ce la seppi vedere mai in Lombardia: e i miei figli meno di me, nè credo ci fosse e ci sia fior d’onest’uomo, che possa augurarcela. Oltre a ciò, quel mandare il nostro sangue in terre lontane a servire un esoso padrone e a far da birri a’ nostri fratelli, non mi pareva, nè certo è, roba di cristiani; fatto è, che di spesso se ne ragionava in famiglia, e che nessuno o ben pochi potevano reggere la vista di que’ signori.
Ma avvenne in quel giorno, che per causa di ordine, come dicono que’ del comando, vennero a Torre tre della polizia, guardie o gente d’armi, i quali dopo che ebbero cioncato oltre misura, si diedero a fare il gradasso, a pedinare con insolenza le nostre villanelle, e a buttar fuori di quelle insolenze, che non sono buone per nessuno e massime per le donne.
Avete a sapere che Zino amoreggiava una onesta fanciulla, la Ninetta, che gli voleva un bene dell’anima; costei toccava appena i diciott’anni, e l’era fresca e gentile come un bottone di rosa.
La Ninetta giunse a Torre con la madre, per intesa scambiatasi il giorno prima con Zino. Udite: terminate le funzioni, si comin-