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144 | ricordi delle alpi. |
mi pigliano facili, proprio quando meno ci penso.
— Insomma, ce la narri sì o no, gridava un milite, qualche storia? a che obbligarci a preghiere? ne hai delle belle tu, e lo sappiamo. Eccoti, alla tua salute!» e gli riporgeva il bicchiere colmo di vino.
I compagni di Tonio, come non si addassero di quanto succedeva loro d’intorno, proseguendo a giuocar di ganascie, facevano scomparire quanto lor capitava dinanzi sulla tavola; tutti erano attenti al gobbo, e li lasciavano fare con la massima libertà.
Questi riprese il bicchiere e, augurando una volta ancora alla salute degli astanti, lo tracannò d’un fiato; poi disse: — Dunque desiderano una storia o una canzone?
— Una storia, sclamarono alcuni.
— Una canzone, replicarono altri.
— Ma prima devi dire, notò un terzo, qualche cosa della canzone della Lena; non ti si può mai cavar nulla di bocca, diavolo!
— Ci direte, Tonio, (m’intromisi io per la prima volta) quel che vi comodi più: la bontà di questi signori è pari al desìo di sentire da voi qualche coserella: e m’inchinai interrogando con atto di gentil deferenza l’onesta brigata.
— Ben parlato, gridarono a coro, ben par-