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la sovenda. 137

il passo è libero e occorre avvisare che si continui, vociano: Carga, carga!

Se per avventura qualche curvo e mal formato troncone, precipitando, vada a sbalzi d’uno in altro fianco della sovenda, per evitare disastri e ripararsi al sicuro, pongonsi a gridare con quanto n’hanno in canna: La cavallina! la cavallina! — Telegrafia boscaiuola.

È una vita stenta, così tratta per intiere giornate, e in gran parte della notte. Nè è difficile trovare di quando in quando fra questi dirupi qualche deforme cadavere o infelice operaio tutto pesto dall’urto violento di un grosso troncone che, rapidissimamente sdrucciolando, per improvviso scontro sia sbalzato fuori della sovenda, apportatore d’irreparabile sventura. Poveri boscaiuoli!

XIV.

Nell’osteria.

Eccoci finalmente nell’osteria di ser Mostacchetti; nella sala al pian di sopra, dinanzi a un deschetto ammannito per bene, con un appetito che si potrebbe proprio chiamar da studente senza fargli torto.