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la sovenda. | 135 |
allo scivolamento dell’accattastato legname. E allora sono scene fantastiche, degne di queste alpine regioni!
Cessato del tutto il lavoro, cotesta via temporanea viene distrutta, rotolandosene al basso, man mano che si procede, i tronconi, ond’è composta.
I legni accatastati nella valle sono poi scelti da’ compratori secondo le varie loro qualità, e in parte tradotti sul luogo in tavole mercè apposite seghe ad acqua, o spediti altrove; in parte destinati a usi d’arte e d’industria, secondo gl’interessi degli speculatori.
Gli operai o borrellaj, come quivi li dicono, che a giuste distanze stanno a guardia della sovenda o suolo, vengono per lo più da poveri comuni della provincia, costretti a migrare gran parte dell’anno in cerca di lavoro per procurarsi una meschina esistenza.
Vigorosi e probi, stanno paghi alla fatica di quei giorni, e non è rado udirne canti o canzoni, e rammentare la lontananza de’ loro cari.
Nè manca loro la poetica semplicità del costume! Un piccolo cappello di feltro annodato al mento; un giubbone scuro, buttato sopra le spalle; calzoni stretti a’ fianchi da una ciarpa di lana, verde o rossa, le cui nappe o fiocchi dondolano alla loro destra;