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126 | ricordi delle alpi. |
dola a lento e irremediabile malore di corpo, trasse la sciagura della sorella, e infine la morte stessa dell'amico.
Famiglia di martiri!
Prima ch’ei partisse pel campo, cacciatore delle Alpi, ci abbracciammo: — Ecco, mi disse, giunto il sospirato momento; dopo un decennio, un’ora di vera gioia, come questa, è pur sempre un gran bene di Dio. Finalmente anche tal giorno è arrivato, e io posso impugnare il moschetto per la libertà del paese.
Partì. Mi scrisse le prime prove dal Lago Maggiore; me le scrisse da Como, vincitore a San Fermo; e, segnatamente dopo Rezzate, le sue lettere erano care, carissime di descrizioni, di patrio entusiasmo, d’ ingenua e giovanile giovialità; la vivace fantasia del poeta mescevasi alla nobile fiducia del volontario; la guerra all’arte. Presente alla caduta del cognato a San Fermo, lo assistette negli ultimi momenti, e ti lascio immaginare con che cuore accogliesse le ultime raccomandazioni e gli estremi addii per la sorella; la descrizione di quella scena mi ha ripetutamente tratto copiose lagrime.
Dopo l’annessione della Toscana, entrato ufficiale nei bersaglieri, recavasi a combattere i masnadieri nelle provincie meridionali,