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8 | ricordi delle alpi. |
(cosa assai rara!) gl’infiorava il labbro — riso in cui sarebbe stato difficile interpretare una gioia vera.
In Francia, egli aveva veduto operare la «ghigliottina», esempio a’ re ed ai popoli!...; in Italia, da una parte, Venezia venduta a Campoformio e sorta la Repubblica Cisalpina, dall’altra, Francesco Caracciolo appiccato a un’antenna della Minerva, come pubblico malfattore, nelle acque di Napoli; e, in questa città, i grandi martiri della libertà assassinati alla francese. E cadere e rizzarsi di troni; Napoleone all’Elba e Napoleone a Sant’Elena; lo infame mercato dei popoli, a Vienna; prepotenze, ludibri e viltà di monarchi e di pontefici; abbiettezze e pecoraggini di popoli: il 21, il 31, il 40, il 43, ed i Bandiera — sacrifizî di sangue generosissimo e santissimo fatti sull’altare della libertà e della patria.
Quanti avevano creduto alla stella di Pio IX, soleva, piucchè far degni d’avversione, compassionare superbo; le Rivoluzioni del 48-49 usava predicare strepiti di fanciulli, fuorchè le Cinque Giornate, Venezia e Roma. Credette al 59; ma, al comparire dei Francesi, il cuore gli s’agghiadò; e, quando giunse Villafranca, gli si ruppe, spirando, cinque giorni dopo, la sua grand’anima, del male onde non pochi