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le carte d’enrico. | 115 |
Ma la coscienza non ha a rimproverarsi la santità dei giuramenti: perchè giurare, quando sono oneste le intenzioni e, abborrendo la menzogna, si vive di fiducia? La donna! Oh, la donna è mistero, e il cuore di lei abisso profondo: la vita è esperienza e bisogna procedere cauti; i buoni principî ne sono la guarentigia migliore, e felice chi potrà dire di essere costantemente andato avanti con la ragione.
Fosti tu, fantasma, che sulla sponda del lago dormente, al mesto declinare del sole mi hai giurato l’eternità dell’amore, l’eternità dell’amore, che non era in tua mano?
Tu, Adele, che con una parola o un sorriso mi cacciavi le noie importune, troppo precoci a’ giovani anni. Come il fanciullo trae dietro all’ape, fascinato da’ colori iridati del suo corpicciuolo, anelo, improvvido, avido,... sicchè senza avvedersene trovasi sui ciglio di profonda fossa,... e vi cade;... così io, inesperto, presunsi avere indovinato i misteri della Sfinge, e caddi: che è la vita senza la esperienza? le passioni sono cieche, e soprattutto fatali agli anni avventurosi della giovinezza.
Cammina, o fantasma; una legge arcana ci pose su opposta via; bisogna percorrerla fissi solo ad una meta, la meta del vero; noi non siamo obbligati che a vincere, perchè la