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114 | ricordi delle alpi. |
una donna; fu di quegli affetti, che dominano tutte le potenze, dalla loro più pura e ordinata attività alle più deplorevoli aberrazioni della pazzia.
Per me, ell’era la stella sorridente nel deserto affannoso della vita: i ghiacci eterni della Siberia si sarebbero per lei convertiti in oasi deliziosa, e le arene infuocate dell’Africa in un eterno giardino di primavera. Che cosa non avrei per essa obbliato? tutto! — e fu questa piena confidenza nell’umana creatura, che mi ha punito.
Preso alla magia della sua persona, l’amore innocentemente succhiato e incautamente offerto filtrò per ogni fibra, quasi elemento essenziale della vita. Ho creduto, troppo creduto alla santità della parola; perchè rammaricarsi? Il primo bacio dell’amore è il primo sorriso della vita, perchè l’amore è fede, è gioia e anelito supremo del bene.
Pure, quella non fu che una larva, un sogno che rimane nello spirito come un rimorso: febbri di quegl’istanti, immagini luminose della mente, desìo, promesse, che siete voi mai? — Perchè l’amore splenda eternamente bello e eternamente nuovo, bisogna si sollevi in alto, verso il cielo, dal quale scende ed al quale ritorna, centro e periferia di tutte le umane cose, anima, vita e bellezza dell’universo.