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104 ricordi delle alpi.


quel momento? Credo misurarla dall’affanno onde sarai preso alla lettura di queste pagine; e sento che sarebbe vano ufficio della penna mettersi a mitigarlo.

In quegl’istanti, Enrico pareva seguire un nuov’ordine d’idee: mi strinse con intenso affetto la mano e, guardandomi dolcemente: — Che fai? dissemi mezzo crucciato, piangi?

M’asciugai col dorso della sinistra le lagrime, e: — Lo vedi, sono qui, risposi sforzando un sorriso, ad ascoltarti.

Scrollò mestamente il capo, poi proseguiva: — Scaccia ogni debolezza dal cuore; questa separazione è penosa, ma dee mitigarsi ai pensiero ch’è breve e temporanea, anzi, che non è che apparente.

— Lo spirito, che si scioglie dal corpo, vola al Bene, nè rimane straniero e morto ai suoi cari: sopravvive nelle sue opre, nella virtù degli affetti, nelle influenze arcane della vita stessa; di venta messaggiero gentile tra un mondo che fugge e un mondo che si apre: aleggia farfalla d’un amore che si trasmuta e s’inciela, per confondersi nel supremo e più potente centro d’affetti, Dio.

— L’amore! eccoti una parola che mi passa sulle labbra come vampa di fuoco (e qui la sua voce infiochì, e tutto si commosse);