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96 | ricordi delle alpi. |
a un tal quale decoro; alla sua destra la ripida, sassosa e biancheggiante riviera di Andevenno, asciutta come palma di mano.
La incurvatura della montagna nasconde, al fondo della valle, Morbegno; a sinistra giace la terricciuola di Fusine, pur celata allo sguardo dalla curva del monte.
E possiamo noverare per bene le umili case di Albosaggia disperse su tutto il fianco destro dei monti, dirimpetto a Sondrio; e ne veggo la bianca chiesa e il campanile, che sembra lagnarsi di quella solitudine. Al di là dell’Adda, a manca di Sondrio faccio un saluto a Montagna, che mostra il suo castello rovinaticcio, sur un’informe testata di roccia. Montagna, paese aprico quanto Sassella, a cui fa concorrenza co’ suoi vini eccellenti, che sono conosciuti sotto il nome di vini d’Inferno.
E qua e là su’ fianchi di queste alpi, che cingono la Valtellina, poveri castagneti, filari di viti, una vegetazione insomma più difficile e lenta man mano che si va poggiando in alto. — Qualche praticello, umili boscaglie e squallide grillaie; infine aride punte; scrinature di scogli, cime nude,... e un bell’azzurro di cielo sul capo.
Quanto è bello contemplare da qui lo spettacolo della natura, ora modesta, ora lussureggiante, or selvaggia, ora gentile!