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Laggiù si ruzza ma senza allegrezza,
     Chè il cor rimpiange sempre il focolar;
     Laggiù si studia, ma non han bellezza
     Le antologie, le penne, i cartolar.
Sii tu, tu mia maestra e mia censora,
     Da te, dal nido mio non mi partir,
     Mamma! sii tu mia guida e confessora,
     Tu sola sai davvero benedir.
Vedi ch’io piango; non son io tua figlia?
     Questo è il mio nido, non è quel laggiù;
     Questa, non quella l’è la mia famiglia:
     Perchè da te vuoi separarmi tu?

FAMIGLIA.

POCO PRIMA DI PRANZO.

Quel che finì d’orlar, bel coltroncino,
     La grandicella d’ogni pel rinetta,
     La più piccina il bianco grembiulino
     Per la novella bambola filetta.
Tutto è intento il diecenne fratellino
     Alla scrittura, che non ha perfetta,
     Il piccolo montato il cavallino
     Con una verga in man sbuffa e corvetta.
Infra queste bellezze sta seduta,
     Beandosi, la mamma, e or questa or quello
     Dolce corregge, e sapiente aiuta.
Il desinare è presto. Il suono usato
     Squilla vicino all’uscio il campanello.
     Son tutti in festa. Il babbo è ritornato.

Carlo Baravalle.