fronzoli e ghirighori, senza concetti contorti o strani,
immagini slavate o rancide, canta come il cuore,
ispirato dagli affetti, va significando. Tra la rozzezza
delle forme sbocciano, come fiori tra spine, pensieri
gentili e pieni di grazia, espressi sempre in una lingua
pura ed efficace.
Il canto diceva:
Perchè sei nata al mondo tanto bella,
Se dagli amanti ’un1 vuoi essere amata?
Allor t’avevi a fare monachella,
Oppure in un convento rinserrata.
Una di queste due far ti conviene,
O monachella, oppur volermi bene;
Una di queste due ti convien fare,
O monachella, oppur volermi amare.
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E poco appresso seguitava con questi altri due rispetti:
T’amo per passatempo, anzi per giuoco,
Perchè davvero non ti posso amare.
È finto l’amor mio, finto è il mio fuoco,
Finti i sospiri miei, finto il parlare.
Amare ti vorrei di vero amore,
Ti giuro in verità d’ ’un aver cuore;
Se amare ti volessi in fede mia,
Ti giuro in verità ch’io non potria.
Apri quella finestra ch’è serrata,
E fatti fuora, bianca colombella,
E nella corte c’è l’inserenata,
Ricoperta col fior della mortella.
É ricoperta col fior del limone,
E chi ti disse bella, avea ragione;
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- ↑ ’Un per non.