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bizioni! È poco probabile che essi stessi mirassero al principio della loro carriera quel vasto orizzonte che abbracciarono al fine di quella, quando non videro la catastrofe che doveva condurli il primo appiedi della statua di Pompeo, l’altro allo scoglio deserto di Sant’Elena. L’avvenire degli uomini grandi e fortunati ha qualche cosa di fatale; il merito loro per giungervi sta nel vegliare l’occasione, nel prepararvisi coll’operosità dello scopritore, colla pazienza del martire.

Ma quanto diversa sarebbe la sapienza di coloro che, dovendo giungere a una meta molto eccelsa, cominciassero dallo abbattere la scala che vi conduce, perchè è malagevole! Quanto diversa la prudenza di quelli che, formato un concetto di ciò che deve-essere, si governano come già fosse, e non pensano che ad accusare la maggioranza, che non si lascia rimorchiare dalle loro forze ancora impotenti ! Questo, cari giovinetti, avviene un tal poco oggigiorno fra i più arditi del vostro numero, i quali attendono alle arti belle, alle lettere ed alla poesia. Oggidì esiste una poesia, una letteratura, una musica, un’arte dell’avvenire: o perchè non si comincia dallo scriverne la storia? giacché pare che tutto oramai si debba cominciar dalla fine, vi maravigliereste voi di veder comparire una storia profetica degli anni futuri? In fin dei conti non sarebbe nuova neppur questa, perchè di nuovo sotto il sole non v’è nulla.

Nè crediate ch’io voglia ingenerare in voi disistima o diffidenza nei generosi sforzi di belli e vigorosi ingegni che, abbandonate le vecchie tradizioni e la scuola antica, tentano vie nuove e creano, come suol dirsi, dei generi ancora intentati. I radicali della fi-