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grande.» Vedendo voi altri giovinetti e fanciulli e bambini brulicarci d’intorno, si dice sempre: Quando costoro saranno uomini, ne hanno da vedere anche loro delle cose! beato chi vien tardi nel mondo! Sappiate ancora che i molti che si arrabbattano a far tante belle cose quaggiù, le fanno scientemente per quando sarete grandi voi, ed essi non saranno più. Ma perchè poi questo disinteresse cosi generale? Perchè l’avvenire è la stella dell’umanità.

Alla vostra età per altro, e non alla vostra soltanto, corrono due errori molto gravi circa l’avvenire: l’uno è di quelli che pretendono conoscerlo, e vi corrono come ad un fatto sicuro, preparandosi cosi una vita piena di amare delusioni; l’altro è di coloro che tendono — generosamente, se vuolsi — ad un grande progresso, e lo trattano come un bisogno, una riforma, una necessità, e vogliono affrettarlo; trascurando cosi i fattori naturali e l’ordine di ogni progresso, e invertendo l'azione individuale che lo prepara; od almeno scindendo violentemente l’azione collettiva da cui dipende. Imperocché l’avvenire è progresso, ordinato, necessario, prevedibile entro dati limiti ai più prudenti; ma dopo tutto è nelle mani di Dio, e nessuno proprio può dire di conoscerlo o di determinarne i passi. L’avvenire è l’ignoto, nessuno è certo di conoscerlo prima, e neppure di giungere a vederlo, perchè dal suo stesso nome si conosce che non è il presente, e che il trattarlo come presente è un controsenso. Quegli stessi uomini privilegiati, come Cesare e Napoleone, che seguirono una scala ascendente per la quale giunsero con passo non interrotto e sicuro a quelle altezze che sapete, chi sa quanti,periodi ebbero nelle loro immense am-