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— Te lo dirò apertamente. In capo a vent’anni di lavori forzati tu non guadagnerai tanto da mantenere la famiglia. Avrai passato i più begli anni della vita nell’aria viziata d’una camera, seduto ad ore fisse sopra un duro sedile, sotto la sorveglianza d’un usciere. Oh, la bella vita!...
— E il babbo che s’immagina che con la vostra influenza io possa correre una brillante carriera....
— Ebbene, egli ha torto; ma supponiamo per un momento che egli abbia ragione, supponiamo pure che tu sia un ingegno superiore, di quelli che si fanno largo dapertutto, che s’impongono al governo con una attitudine rara, con servigi esuberanti ; supponiamo che la fortuna ti sorrida, e che tu possa diventale Prefetto di Napoli, Senatore e Ministro!... Ebbene, sei contento?... spero che non vorrai ambire un posto più alto!.... ebbene, mio caro amico, io ti compiango in anticipazione,... perchè tu sarai sempre infelice!....
«Ascoltami giovinotto, la vita pubblica è un aspro cammino, pieno di rovi e di sterpi, è una lotta continua che consuma le forze, inaridisce il cuore, distrugge le intime affezioni, condanna all’adulazione degli ingrati, e ci procura l’odio e le maledizioni degli ambiziosi delusi, degli avari disingannati, degl’imbroglioni smascherati ed offesi. Bisogna camminare ogni giorno faticosamente nel fango delle umane passioni, e calpestare dei serpenti!...
«Ah mi dirai che ci sono i gran giorni, i tripudi della gloria, le soddisfazioni del potere, la fama che vola. Ah, amico mio, tutte queste cose non valgono i beni perduti... la libertà... l’amore... la scienza.... la vita insomma colle sue burrasche, ma colle sue