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— A Roma colla protezione di vostro zio farete un rapido cammino, e travolto dalle ebbrezze della vita pubblica, al pari di lui avrete ben presto dimenticato il povero villaggio, che vi vide nascere!...
Annina esalò un profondo sospiro, e il giovane rispose:
— A Roma, lontano dal mio paesello sarò isolato e infelice : voi sapete benissimo che non ho mai aspirato a grandezze; figlio unico, con una sostanza sufficiente per vivere agiato, io non desiderava altro che formare una famiglia tranquilla e contenta del paterno retaggio ma mio padre la pensa diversamente, e mi ripete ogni giorno: — Che cosa vuoi fare in questo misero villaggio? Hai avuto una bella educazione, pensa a trarne partito, non devi sacrificarti al pari di me nell’aridità dei piccoli affari domestici. Io basto a queste cure volgari, tu devi cercare maggiori soddisfazioni, seguendo le pedate di tuo zio; guarda un po’ lui come è giunto in pochi anni al sommo del potere guadagnando onori e denaro, mentre io ho passata la vita come un minchione a far l’agente di campagna senza profitti che mi compensino delle noie. Ascolta i consigli della mia esperienza, lisciati slanciare da tuo zio nella vita pubblica, e un giorno sarai contento.... Ora, vi domando io che cosa posso rispondere?...
La conversazione venne interrotta dall’arrivo del padre di Sandrino, il quale avendo ricevuto un telegramma dal fratello che ne annunziava per l’indomani l’arrivo, era corso subito dalla signora Matilde per pregarla di volersi recare con sua figlia a tener compagnia al ministro. Ringraziandolo di tale onore, essa rifiutò dapprima recisamente l’invito,