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88 | capo secondo |
sollo alle nicchie fur poste, mostrano che le statue erano di quattro Gavii, onde per loro, e non per Imperadore alcuno, fu fatto. Panvinio lo attribuì a quel Gavio che fu Console nell’anno 145 di Cristo; ma più cose ripugnano, e l’onore non fu fatto a un Personaggio solo, ma a quattro di una famiglia, compresavi anche una donna, il nome della quale fu letto dal Saraina, benchè al presente resti occultato. Così il bellissimo Arco Corintio di Pola ha nell’Attica i nomi di tre Sergii, e nel fregio quel della moglie dell’un di essi, che fece la spesa. Dirò in oltre, che sì fatti edifizj non Archi di trionfo, come chiama quel di Pola anche lo Sponio, ma erano per lo più sepolcri o almen cenolafj, cioè depositi onorarii; e molto probabil si è, che tali fossero e quel di Pola e il nostro; però erano allora fuor di città, e si vedea nell’uno la statua anche d’una donna, e nell’altro il nome di colei che tal monumento al marito e ad altri di sua famiglia avea fatto.
Perchè ciò paia meno strano, osservisi nel Teatro degli Stati di Savoia, come un Arco si conserva ad Aix, in cui si legge essere stato eretto da Pompeo Campano ancor vivente, e vi si veggono in alto i titoli e le cellette per le ceneri di diversi. Marcanova, Feliciano e Ciriaco nelle lor raccolte a penna adducono una lapida di Zara, ove si vede che Melia Anniana in memoria del defonto marito fece fare un Arco e sopraporvi le statue (v. Grut. 1599: Arcuai fieri). Anche gli Archi, quali ricavo da Claudiano (De VI. Cons. Hon. v. 520) si trovano su la via, prima d’arrivare alla porta di