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antichità romane 73

dalle case laterali non ne restasscr coperte l’estremità, come ancora se qualche parte non ne rimanesse sotterrata. L’opera è sontuosa e grande; l’ordine Corintio; le colonnette de’ due piani superiori canalate tortuosamente: mancano le sette del più alto, rimanendo però le basi o modiglioni, su cui posavano: il listello inferiore che resta dell’architrave è tutto intagliato. Dalla parte interiore nulla si ha di quanto è forza vi fosse annesso, per corrisponder con due piani alle dodici anguste fenestre, delle quali senza dubbio dovea farsi uso in occasion di difesa1.

Di qua si può passare a osservar le mura rifatte da Gallieno, e nel sito delle prime di nuovo erette. E avvenuto di esse per l’appunto ciò che osservò Dionigi (l. 11) delle più antiche di Roma, quali erano a suo tempo comprese parimente, e qua e là incorporate nelle case. Dalla parte destra un pezzo ne rimaneva nella casa de’ Conti Cossali, che procedeva all’Adige per linea retta, disfatto non ha molt’anni per occasion di fabrica. Le grandissime pietre state prima in opera, e depositate ancora nel vicolo di dietro, e fra queste un pezzo di grossa colonna Dorica canalata, possono cominciare a far conoscere qual sorte di materiale si usasse in queste mura. Si è avvertito nell’Istoria, come poco diverse furon le mura di Roma fabricate poco dopo da Aureliano; e

  1. . . . . . Troes contra defendere saxis,
    Perque cavas densi tela intorquere fenestras.

    Virg. l. 9, 534