conosce che fu metallo. L’iscrizione è molto notabile, e per più ragioni importante, e fu scolpita nell’anno di nostra salute 265, imperando Gallieno. Dicesi in essa come furono allora fabricate le nostre mura; ma quanto alla porta si è già nell’Istoria considerato, come pare doversi credere ci fosse qualche tempo avanti, perchè i molti ed operosi intagli ed ornamenti che ha, non la mostrano lavorata in così gran fretta come fur le mura; ed altresì perchè pare ch’altra iscrizione fosse prima nel fregio, abbassato nel raderla per iscolpirvi la presente; quale non capendovi, si spianarono per essa le due fasce superiori dell’architrave, che possono osservarsi intatte nello spazio fra le due porte intermedio. Piacesse a Dio che si fosse fatto anche qui come nel Panteon d’Agrippa, dove per la seconda Iscrizione di Settimio Severo si pose bensì parimente in opera l’architrave, ma non si abolì la prima. L’Architettura di questa porta, benchè viziosa per l’eccesso degli ornamenti e per le licenze in essa usate, mostra l’arte già guasta, ma non perduta. Al Serlio dispiacque tanto, che non volle stamparla con l’altre anticaglie di questa città, dicendo non meritar di star con esse: e per verità la declinazione da i migliori tempi ben si ravvisa; ma con tutto ciò se ne disgustano forse gli occhi più del dovere per la deformità prodotta dall’abolizione della maggior parte dell’architrave posteriormente fatta, come si è detto, e dall’eccedente altezza, che vien però ad apparire nel fregio. Il tutto insieme è ben accordato, e meglio comparirebbe, se