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antichità romane 69

quanti Arcovali od Arcovoliti ad esso vicini, donati a lui dall’Imperador Berengario, con che intese archi e portici stati già del Teatro.

Per vederne i più considerabili avanzi, entri il curioso nella casa ch’è sulla piazzetta del Redentore, e troverà quivi pezzi grandi di tre archi simili in parte a quelli dell’Arena; per questi è che disse il Palladio parlando del Teatro di Verona, come nel basso fecero tanto grossi i pilastri, quanto era il vano. Contigua è un’altissima porta, che fa fronte verso il fiume: il materiale fu cavato sul luogo, e dall’istesso colle; ed essendo però pietra tenera, o vogliam dir tufo, non è maraviglia se l’edifizio non resse. Andito ancora assai capace, e formato da due muri altissimi può qui osservarsi. Passando poi sotto Santa Libera, e proseguendo dirittamente s’entri nel giardinetto del sig. Padovani, dove in sotterraneo veggonsi tre gran volte in pendenza, lavorate con assai maggior pulitezza di quelle dell’Anfiteatro: la prima va poco oltre, e termina in una porta. Entrisi poi nel prossimo orto de’ Padri, dove si rendono osservabili due archi assai conservati. Queste sono le più sensibili e cospicue reliquie del nostro stabil Teatro, dalle quali però per la gran trasformazione seguita in tutto il sito, è vanissima immaginazione il pretendere di poter ricavare la sua pianta e la precisa conformazione. Anche per considerazioni architettoniche troppo sfigurata è ogni cosa e detrita: tuttavia i dotti Autori Franzesi del Parallelo tra l’antica Architettura e la moderna, ove toccano che nelle più bell’opere dell’Antichità le colonne Dori-