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antichità romane 67

l’acqua, quinci al ponte e quinci all’orto del Monastero del Redentore, mostrano che le estremità da qualche cosa di più grande e di più solido si serrassero.

Ritornando sopra, guardisi nella muraglia di quella casa che forma angolo tra la strada e il campo di S. Libera, incorporato un pezzo di grossissimo muro, e qua e là lungo le case varj rimasugli d’antico. Ma salendo al Convento tenuto già da Gesuati, eri ora dal lerz’ordine di S. Francesco, si vedranno nel serraglio dell’orto più basso altri avanzi, e nella sommità degli orti loro una parete antica, per cui si sostiene il terreno contiguo alle mura del Castello. Questa parete, conservata per lungo tratto, stendevasi a linea retta quanto occupa tutta la fronte del Castello istesso, e forse proseguiva ancora piegando con la collina. La forma è la medesima che si osserva nella parte bassa, con ben intesi ripartimenti, e in essi opera reticolata molto ben eseguita, e cornice sopra. Il pavimento, ora altamente dalla terra coperto, era lastricato di marmo; e dopo esso seguiva quasi un altro grado, cioè nuova parete simile alla superiore, di cui apparisce ancora un buon pezzo a destra, quale avendo qualche parte più intera del rimanente, fa sospettare, per muri che si spingono innanzi, fossero quelle divisioni altrettante cellette. Questi sono i più considerabili avanzi di tal superba fabrica, perchè il Convento che viene appresso, e le case che susseguono, ogni aulica reliquia hanno coperta e distrutta. Frantumi di colonne e di stranieri marmi si son