in virtù di essi il Vescovo di Verona dopo gli Arcivescovi, e avanti tutti i Vescovi in un Concilio di Ravenna dell’anno 877. Essendo ne’ tempi bassi la dignità Ecclesiastica provenuta per lo più dalla preminenza civile, è credibile che al Pastor nostro tal onore si attribuisse per esser Verona nel nono e decimo secolo stata capo di Marca, cioè Capitale di tutta la provincia. Il titolo di Principe fu anche dato al Vescovo Teobaldo in Diploma di Federigo I dell’anno 1154, come ho riscontrato nell’originale fedelmente in questa parte espresso nell’Ughelli, benchè con molti errori in altre (p. 795 ). A render per altro illustre e venerabile questa Sede, basterebbe la memoria di Santo Zenone, che verso la fine del quarto secolo Cristiano la occupò. Non pochi famosi Soggetti la riempierono anche ne’ prossimi secoli, e singolarmente gl’insigni Letterati Bernardo Navagero, e Agostin Valiero Cardinali, e Luigi Lippomano, e Matteo Giberti, cui da Clemente settimo fu conferito, per fin che fosse Vescovo di Verona, il grado e la indipendenza e podestà di Legato a latere e di Legato nato. A due nipoti di Papa, Condulmiero e Micheli, fu altresì data nel quindicesimo secolo questa Mitra; all’accettare i quali, come ancora Marco Cornaro dopo di essi, ripugnò la città acremente per più anni, come si può veder nel Panvinio e nelfllghelli, temendo che per esser Cardinali non facessero qui residenza. Gode attualmente il nostro Prelato per feudo amplissimo, con esenzion piena, e con mero e misto imperio, giurisdizione in