Pagina:Maffei - Verona illustrata IV, 1826.djvu/138

132 capo quarto

come secondo i luoghi e sapea far sodo e schietto e vago ed ornato, e ben meriterebbe d’esser visitata da’ forastieri di buon gusto in quella città, restando per altro occultata e chiusa a chi non ne ha notizia: vi si vede scolpito intorno all’arco di mezo il nome dell’Architetto, e la patria e l’anno 1534. Quivi pure è un piccolo, ma bizarro edilizio, che fu fatto con suo disegno per musiche e per altri tali trattenimenti: il Serlio nel libro settimo, che fa volume da se, ne diede la pianta e ’l prospetto: lo chiama la Rotonda di Padova, e pare servisse in parte di modello al Palladio per ideare il bel palazzo di campagna detto la Rotonda de i Conti Capra1. Chiuderemo con ciò che scrive del Falconetto il Vasari nella sua vita: cioè ch’ei fu il primo che portasse il vero modo di fabricare, e la buona architettura in Verona, Venezia, e in tutte queste parti; non essendo stato innanzi lui chi sapesse pur fare una cornice o un capitello, nè chi intendesse misura o proporzione d’Ordine alcuno: il che però vuol intendersi con certa limitazione. Se fossero de’ tempi Scaligeri, come alcuni credono la porta di S. Maria dalla Scala, e la prossima del Convento, che ne porta l’arme, molto innanzi converrebbe dire si fosse qui principiato a ristorar l’arte.

Contemporaneo del Falconetto fu Fra Giocondo, anzi anterior d’alquanto, poichè fiorì in tempo di Lorenzo Medici, e nel 1513 era già vetulus, come lo chiama il Giunta nella De-

  1. Copiata in Francia nel Regio Palazzo di Marlì.