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122 | capo quarto |
altri in Verona: tanto insegna l’iscrizione incastrata appresso nel muro, quale si porrà qui, come sta, per non essere ancor publicata, e per la bizarria del suo dettato misto di metrico, ritmico e leonino, e con sensi rotti e tronchi.
Sul cerchio interiore questi due versi son nel di fuori:
En ego Fortuna moderor mortalibus una,
Elevo, depono, bona cunctis vel nulla dono.
E nel di dentro:
Induo nudatos, denudo veste paratos,
In me confidit si quis, derisus abibit.
L’altro iscrizioni della facciata son divulgate, benchè con più errori, come dove in luogo di quaerit anhelus, hanno letto Quirifanelus. Le figure d’animali, o di mostri in basso rilevo tenute da molti in questa e in altre vecchie fabriche per geroglifici significativi, altro non sono che bizarrie ed ornamenti. Rara sorte ebbe questo nostro Architetto ed artefice che si tramandasse in questa forma alla posterità il suo nome e il suo elogio. I nomi anche ci rimasero d’Orso, e di Gioventino, e di Gio-